Incastonato in un paesaggio incontaminato, su uno dei colli che dalla valle del fiume Merse si innalzano verso le Colline Metallifere, circondato dal verde di fitti boschi di querce, Chiusdino, immerso in una Toscana diversa da quella delle cartoline più note e tutta da scoprire, svetta con le sue case di pietra e di mattone, con le strette vie silenziose che trasportano in un’atmosfera sospesa nel tempo.

Il territorio, frequentato fino dal periodo etrusco, conobbe uno sviluppo più significativo a partire dal Medioevo, quando il paese venne fondato come castello compreso nell’ampia diocesi di Volterra, al confine coi domini dei conti della Gherardesca. Ancora oggi è riconoscibile il più antico circuito murario che, al vertice della collina, racchiude il quartiere del Portino.

Immediatamente a ridosso della cinta muraria, che comprende anche la Propositura di San Michele Arcangelo, era stata costruita la Casa natale di San Galgano, mentre la chiesa di San Martino, tardoromanica, si situava immediatamente all’esterno delle mura, vicino a una porta ancora oggi conservata.

Dalla seconda metà del 1100 Siena, in forte espansione verso le Colline Metallifere, con le loro miniere d’argento, e verso il mare, iniziò il processo di annessione di Chiusdino, che si concluse nel 1215, col giuramento di fedeltà del castello alla Repubblica senese.

Lo sviluppo di Chiusdino, che aveva condotto alla costruzione di una seconda cinta muraria per racchiudere i borghi sorti all’esterno del primitivo castello, si arrestò con la peste del 1348, alla quale seguì una pesantissima crisi demografica ed economica.

Una nuova e decisa fase di ripresa connessa allo sviluppo delle attività agricole, alla silvicultura e, soprattutto, al riattivarsi delle attività minerarie, si ebbe a partire dalla seconda metà del Settecento e si protrasse per tutto l’Ottocento e buona parte del Novecento. La chiusura della miniera di Campiano, presso Boccheggiano, nel comune di Montieri, che forniva lavoro all’intero comprensorio e risalente agli anni Ottanta dell’ultimo secolo trascorso, unita alla crisi dell’agricoltura, inaugurò un periodo di forte arretramento demografico che, specialmente nell’area delle Colline Metallifere comportò lo spopolamento di interi paesi.

Oggi, grazie a nuove opportunità derivanti dallo sfruttamento della risorsa geotermica, grazie al rinnovarsi delle attività legate al bosco, che per lungo tempo hanno contribuito alla sopravvivenza della comunità e grazie alla nuova sfida che, tramite importanti investimenti sui beni culturali, apre le porte al turismo, specialmente lento e sostenibile Chiusdino percorre nuove strade indirizzate alla valorizzazione del proprio patrimonio naturalistico e culturale.

Visitare Chiusdino significa immergersi nella natura e nell’arte, riscoprire relazioni e ritmi di vita che paiono dimenticati, perdersi nei vicoli delle buche, oppure ritrovarsi a sfiorare le nuvole risalendo, verso il cielo, le strade del Portino.

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